Gli Assiri (2006-611 a.C.)
Gli Assiri nel 1146 a.C. posero fine al regno babilonese .
Gli Assiri si svilupparono sulla base di tre diversi periodi di espansione:
2006-1365 a.C. (impero antico),
1365-932 a.C. (medio impero),
932-611a.C. (terzo impero).
In quest'ultima fase conquistarono Israele, Fenicia, Egitto.
Vennero sconfitti dai Medi (609 a.C.).
Assur e Ninive crollarono nel 614-612 a.C.
L’Antico Regno Assiro (2006-1750 circa a.C.)
I confini del Paese erano circoscritti alla sola città di Assur che era a capo di un’importante rete commerciale. In questo periodo i regnanti della città-Stato non si fregiavano ancora del titolo di «re» (sarrum) ma usavano quello di «Governatore» (issiakkum) del dio Assur. Essi utilizzarono il titolo di sarrum solo nel momento in cui il dio Assur e le altre divinità del pantheon li autorizzarono ad oltrepassare i confini della città-Stato e ad esercitare il potere supremo di comando su tutta la Mesopotamia. Da quel momento, la conquista di nuove terre, la devastazione del territorio nemico, la deportazione degli abitanti dalle regioni vinte e l’annessione delle città straniere erano legittimate dal volere divino. L’artefice della prima fase di espansione del territorio dell’Assiria fu il Re Samsi-Adad I (1815-1872 a.C.), il primo a fregiarsi del titolo di re (sarrum).
Un re amorreo: Samsi-Adad I (1815-1782 a.C.)
Samsi-Adad I apparteneva alle tribù degli Amorrei che regnavano a Ekallatum, una
località poco distante da Assur.
Suo padre, un tale Ila-Kabkabi era uno dei più importanti capi tribali amorrei che combatterono per il controllo dei territori attorno al delta del fiume Habur, all’estremo nord dell’Assiria.
La capitale del
suo Regno era Assur, ma Samsi-Adad I preferiva risiedere a Subat-Enlil, località
situata nel cuore dell’Assiria.
Questo re fu il primo governatore d’Assiria che riuscì ad ampliare i confini
della città-Stato di Assur e a trasformarla in una grande potenza. Insieme ai
suoi soldati, infatti, percorse un territorio molto vasto che andava dalle
montagne dello Zagros fino al fiume Eufrate. Il suo obiettivo principale era
quello di incorporare all’Assiria tutti i paesi conquistati, anche quelli
situati al di fuori della Mesopotamia.
Samsi-Adad I si fregiò per primo anche del titolo di sar kissatim, che significa
«Re dell’Universo». Alla fine del suo regno, egli possedeva l’intera Mesopotamia
del Nord e la Siria.
I confini dell’Assiria erano così estesi che il re decise
di dividere la sua autorità con i suoi due figli, Isme-Dagan e Yasmah-Adad. Il
primo fu posto sul trono della città di Ekallatum, sul fiume Tigri per
osteggiare le popolazioni ribelli delle montagne e vigilare il Paese di Esnunna.
Il secondo, invece, fu insediato nella città di Mari, sul fiume Eufrate. Con
l’aiuto dei suoi due figli, Samsi-Adad I riuscì finalmente a sorvegliare
l’enorme struttura amministrativa dell’Assiria. Purtroppo, in seguito alla sua
scomparsa, l’Assiria iniziò a restringersi entro i confini naturali poiché
nessuno dei suoi successori fu in grado di governare i paesi e le provincie da lui
conquistati.
Le colonie commerciali in Anatolia
I mercanti della città-Stato di Assur avevano creato una solida rete di empori
mercantili che risalivano il fiume Tigri e si irradiavano nella Siria
settentrionale e in Anatolia. Si trattava della produzione, distribuzione e
vendita di tessuti pregiati e di altre merci nei Paesi situati al di là della
Mesopotamia.
Gli uomini d’affari assiri commerciavano con le città anatoliche di Kanis,
Alisar e Boghazkeui. Le stoffe realizzate in Mesopotamia erano molto richieste
all’estero perché erano di ottima qualità e alla moda. Oltre ai tessuti, gli
Assiri trasportavano stagno in cambio di argento oppure barattavano i loro beni
con altri prodotti. I loro ricavi erano enormi perché il prezzo di acquisto
dello stagno veniva raddoppiato e quello dei tessuti addirittura triplicato. Lo
stagno – necessario per la produzione del bronzo (unito con il rame) e la costruzione di numerosi
utensili e armi – proveniva dall’Est. Assur era l’unica città mesopotamica che
deteneva il controllo dell’importazione di questo metallo.
Le merci venivano trasportate con gli asini. I trasportatori guidavano le
carovane di asini una volta all’anno. I convogli partivano da Assur, arrivavano
a Kanis e prima di ritornare in Assiria si fermavano in altri villaggi
anatolici. Le carovane percorrevano circa venticinque chilometri al giorno e il
viaggio durava in media una cinquantina di giorni. Ogni asino trasportava due
grandi pacchi ai lati della sella, più uno piccolo: dodici stoffe per lato più
quattro o al massimo sei tessuti sulla sella. Il carico completo (stagno e
tessuti insieme) era di circa novanta chilogrammi per asino. Ogni prodotto era
impacchettato, sigillato e portava il nome del destinatario.
Quando i traffici e le compravendite stipulate fra i mercanti assiri e la
popolazione dell’Anatolia s’intensificarono, molti mercanti assiri decisero di
stabilirsi definitivamente in Anatolia. Tuttavia risiedere a Kanis o in altre
città dell’Anatolia non era semplice. Il mercante doveva chiedere ed ottenere
l’autorizzazione del re; il consenso scritto del sovrano permetteva sì al
mercante di vivere in terra straniera e svolgere i suoi commerci, ma ad una
condizione. Lo straniero non poteva abitare all’interno delle mura della città
dove si trovavano il palazzo del re, i templi delle divinità e le case degli
abitanti, ma al di fuori di esse. Per questo gli Assiri costruirono le loro case
– a uno o due piani con cortile, magazzino e laboratorio – fuori dalle mura
delle città anatoliche. Il quartiere dove vivevano i mercanti assiri si chiamava
«karum». Questa originale organizzazione commerciale durò pressappoco fino
all’epoca del Re Samsi-Adad I e scomparve definitivamente intorno al 1830 a.C.
allorché fu demolito l’ultimo karum rimasto, quello della città di Kanis.
Il Regno di Hanigalbat
Dopo la morte di Samsi-Adad I si spengono le luci sull’Assiria per quasi quattro
secoli. La ricostruzione degli avvenimenti del popolo assiro riprende grazie al
ritrovamento di cinquemila tavolette cuneiformi datate quattrocento anni dopo la
morte del sovrano amorreo. Questo cospicuo numero di documenti fu scoperto
durante gli scavi di Nuzi, una città dell’antico Regno di Hanigalbat. Le
tavolette facevano parte degli archivi privati delle famiglie più in vista della
città hurrita e forniscono preziose informazioni sulla situazione politica dell’Assiria
e degli altri Paesi della Mesopotamia del Nord.
Dalla lettura delle tavolette risulta che l’Assiria non era più la potenza forte
ed indipendente dell’epoca di Samsi-Adad I perché il Re degli Hurriti Saustar
conquistò la capitale assira e la sottomise a tributo. La città di Assur venne
distrutta e saccheggiata. I soldati del Regno di Hanigalbat rubarono le porte
d’oro e d’argento di Assur e le trasportarono nella loro capitale, Wassukkanni.
L’Assiria – ridotta entro i suoi confini naturali – era ormai una regione
vassalla degli Hurriti e continuò a pagare consistenti tributi almeno fino
all’epoca del Re Tusratta (1375-1350 a.C.).
Nell’anno 1370 a.C., il Regno di Hanigalbat attraversò un momento politicamente
burrascoso e fu seriamente attaccato dalla popolazione anatolica degli Hittiti.
Il Re degli Hittiti, Suppiluliuma (1370-1342 a.C.) entrò con il suo esercito
nella capitale Wassukkanni e Tusratta fu ucciso.
Il Medio Regno Assiro (1350-1050 circa a.C.)
Assur non era più uno Stato cittadino di piccole dimensioni ma una vera e
propria nazione: l’Assiria. Anche la titolatura dei re era diversa rispetto il
periodo precedente come attesta la seguente iscrizione: «Re del Paese di Assur»
(sar mat as-sur). La capitale Assur perse la sua importanza politica ma non il
suo primato religioso. Le sue mura, infatti, racchiudevano il grande complesso
templare dedicato al dio omonimo, l’unico luogo di culto e di pellegrinaggio
della divinità in tutto il Paese. I sovrani furono dei grandi conquistatori. Il
re che inaugurò la seconda fase di espansione territoriale fu il vittorioso
Assur-Uballit I (1353-1318 a.C.).
Assur-Uballit II (1353-1318 a.C.)
L’invasione degli Hittiti nel Regno di Hanigalbat coincise con la «rinascita»
degli Assiri che inaugurarono la loro seconda fase di espansione territoriale.
Dopo la morte del Re Tusratta, il sovrano assiro Assur-Uballit I approfittò
della situazione instabile e riuscì ad annettere all’Assiria una parte del
territorio hurrita.
Il re possedeva accortezza ed abilità nel condurre faccende importanti e
delicate e, grazie a queste sue doti speciali, seppe intrecciare rapporti
amichevoli con l’Egitto. Nel sito archeologico antico-egiziano di El-Amarna sono
state ritrovate parecchie lettere scritte da Assur-Uballit I al Faraone Amenophi
IV, che documentano il rapporto di amicizia fra i due sovrani. Tuttavia, questa
“fratellanza” tra Assiria ed Egitto non era benvoluta dai re di Babilonia,
perché l’Assiria era ancora sotto la loro influenza. Molto meno amichevoli erano
le relazioni con i Cassiti anche se Assur-Uballit I fece un gesto di
distensione, concedendo in sposa al Re Cassita di Babilonia, Burna-Burias
(1359-1333 a.C.) sua figlia, la Principessa Muballitat-Serua. In questo modo,
Assiria e Babilonia riuscirono finalmente ad accordarsi sulla definizione dei
rispettivi confini. Quando Assur-Uballit I passò a miglior vita, lo Stato assiro
godeva di grande rispetto internazionale al pari dell’Egitto e della Babilonia.
Adad-Nirari I (1305-1274 a.C.).
Adad-Nirari I fu uno dei più grandi conquistatori assiri. Egli cercò di
risolvere la questione delle tribù nomadi che si erano stanziate ai confini del
suo Stato. Erano le tribù dei Gutei e dei Lullubiti che provenivano
dall’altopiano persiano e quelle degli Ahlamu e dei Sutei che arrivavano dal
deserto siriano.
Adad-Nirari I non riuscì mai a domare completamente queste
tribù, ma dai loro capi tribali ottenne il libero accesso per il transito di
alcune materie prime (metalli, pietre e legname da costruzione) che giungevano
in Assiria proprio attraverso l’altopiano dell’Iran e il deserto della Siria. Il
re stipulò con i beduini degli accordi di «pascolo»: essi potevano allevare il
bestiame e curare le greggi a condizione che prestassero servizio come spie,
messaggeri, agricoltori o mercenari. Questo, secondo il re assiro, era l’unico
modo per tenere le tribù sotto controllo.
Nell’anno 1300 a.C., Adad-Nirari I vinse i re di Khanigalbat (nome assiro di
Mitanni), pur sostenuto dagli ittiti, ed estese così il controllo dell’Assiria a
tutta l’alta Mesopotamia e spinse alle rive dell’Eufrate, il confine con
l’impero ittita. Batté anche il cassita Nazi-Marutash.
Tukulti-Ninurta I (1233-1197 a.C.).
Tukulti-Ninurta I arrivò con il suo esercito in ogni angolo della Mesopotamia.
Ad oriente il re lottò contro gli abitanti dei Monti Zagros e li sottomise. Ad
occidente vinse contro le popolazioni a nord del fiume Tigri e giunse fino alle
miniere di rame dell’antica città di Harran. I confini settentrionali dell’Assiria
erano insicuri per la presenza degli abitanti del Paese di Nairi. L’esercito di
Tukulti-Ninurta I sconfisse ben quaranta regnanti di Nairi. I sovrani furono
incatenati, portati nella città di Assur e liberati soltanto dopo aver pagato il
tributo. Nell’anno 1233 a.C., Tukulti-Ninurta I si diresse verso sud e sconfisse
il Re di Babilonia, Kastilias IV deportato in Assiria. Nel 1215 a.C., il re
assiro saccheggiò la capitale Babilonia e si proclamò re di Babilonia.
Per
festeggiare la conquista della città, Tukulti-Ninurta I ordinò ai suoi scribi di
redigere la celebrazione della sua vittoria in dialetto babilonese e non in
quello assiro. Il successo di Babilonia assicurò all’Assiria il controllo degli
scambi fluviali, dei traffici nel Golfo Persico e del commercio di metalli,
pietre preziose e legnami da costruzione che passava attraverso i Monti Zagros.
Tukulti-Ninurta I fu ucciso da uno dei suoi figli. I suoi successori purtroppo
non furono in grado di controllare, amministrare e governare tutti i Paesi da
lui conquistati e questo comportò ancora una volta la dissoluzione del Regno
Assiro per quasi un secolo.
Una Credenza Religiosa -
I sovrani assiri cambiavano spesso residenza non per motivi politici ma
religiosi. I re credevano, infatti, che l’universo fosse governato a turno da
dieci divinità. Colui che saliva al trono, aveva l’obbligo di dimora in una
delle città dedicate al culto della divinità cui spettava in quel momento
reggere il mondo.
Il Re Samsi–Adad I (1815-1782 a.C.), ad esempio, fece trasferire la sua
residenza da Assur a Subat-Enlil, perché era iniziato il governo di Enlil, dio
principale di quella città. I sovrani si spostarono a Kalhu, perché credevano
che in quella città fosse cominciato il turno del dio Ninurta. I re si
stabilirono a Ninive allorché la guida dell’universo era nelle mani della dea
Istar. Coloro che vissero ad Harran erano convinti che la divinità che governava
il mondo – al momento della loro incoronazione – fosse il dio della luna, Sin.
Nel periodo 1124-1103 inizia la seconda dinastia ISIN con Nabuccodonosor I (da
cui il Nabucco di Verdi)
Tiglat-Pileser I (1114-1076 a.C.).
Questo sovrano fu un grande stratega e seppe riportare l’Assiria ai suoi passati
splendori. Nell’anno 1115 a.C., l’esercito di Tiglat-Pileser I conquistò la
città di Karkemis, sconfisse i Muski e arrivò fino al lago di Van e in altre
città dell’Anatolia. I suoi soldati si diressero anche verso il Mar Mediterraneo
e conquistarono la Fenicia.
Tiglat-Pileser I marciò su Babilonia almeno due volte, senza però conquistare il
trono babilonese: intraprese quattordici guerre contro le tribù degli Aramei in
Siria ed attraversò il fiume Eufrate ventotto volte.
Dopo la sua morte, i suoi successori non furono in grado di amministrare e
controllare i vasti confini del Paese e l’Assiria cadde nuovamente in un periodo
di oscuramento per almeno due secoli.
Il Nuovo Regno Assiro (1010-609 circa a.C.)
Grazie ad uno sviluppato e sempre più organizzato apparato bellico, si
concretizzò la terza ed ultima fase di espansione territoriale che fece dell’Assiria
un vero e proprio «impero». Quest’epoca è ricordata anche con il nome di «Età
Imperiale».
La terza ed ultima fase della storia degli Assiri si sviluppò tra il IX e l’VIII
secolo a.C. e fu caratterizzata da uno sforzo espansionistico costante da parte
di quasi tutti i sovrani. L’allargamento dei confini dell’Assiria raggiunse la
sua massima estensione: dall’Anatolia all’Egitto.
Assur-Nasirpal II (883-859 a.C.) - re molto severo che costringeva i popoli vinti a pagare
pesanti tributi, terrorizzandoli.
I re degli Stati vassalli vivevano nella paura
di subire ritorsioni e per evitare che le truppe assire saccheggiassero e
incendiassero i palazzi oppure le case degli abitanti inviavano doni molto
costosi alla corte del re.
Assur-Nasirpal II era un uomo molto colto, conosceva la lingua sumerica, la
matematica, possedeva una spiccata predilezione per la politica. Si dedicò molto
alla ristrutturazione interna del suo Regno costruendo alcuni palazzi e
restaurando i templi degli dèi Sin e Samas nella città di Assur.
Ordinò la
ricostruzione del santuario della dea Istar nella città di Ninive e fece
edificare un palazzo a Imgur-Enlil. Tuttavia, la sua opera più grandiosa fu
quella di progettare una nuova residenza in un piccolo centro abitato sul fiume
Tigri, distante circa trentacinque chilometri da Ninive e che si chiamava Kalhu.
Un suo antenato, il Re Salmanassar I (1263-1234 a.C.) aveva già costruito un
palazzo in quell’area.
La città di Kalhu -
Il progetto della città iniziò nell’878 a.C. e terminò nell’859 a.C..
Le mura di Kalhu – i cui lavori furono ultimati dal figlio e suo successore Salmanassar III
(858-824 a.C.) – erano lunghe sette chilometri e mezzo e abbracciavano una
superficie di trecentosessanta ettari. All’interno delle mura furono innalzati
il palazzo reale, nove templi, un acquedotto e un ingegnoso sistema di
canalizzazione. Nei parchi di Kalhu vivevano numerose specie animali e furono
seminati diversi tipi di piante.
La famiglia reale andò a vivere nel palazzo chiamato il «Palazzo di Ginepro». Le
pareti interne dell’edificio erano formate da lastre molto alte scolpite a
bassorilievo (ortostati) che raffiguravano il sovrano in diverse scene di culto.
Durante i festeggiamenti durati parecchi giorni, si racconta che furono
consumati milleduecento manzi, diciasettemila pecore, mille cervi,
centocinquantamila anatre, millecinquecento oche, trentunmila uccelli, diecimila
pesci, diecimila uova, diecimila pani, diecimila boccali di birra, diecimila
otri vino ed altri cibi per un totale di
sessantanovemilacinquecentosettantaquattro invitati!
Salmanassar III (858-824 a.C.) - governò l’Assiria a lungo ma dovette superare due ostacoli
principali: lo Stato aramaico di Bit-Adini e la città di Damasco.
Il piccolo Stato aramaico di Bit-Adini, governato dal principe Ahuni era situato
tra i due fiumi, Balih ed Eufrate. Ahuni pagava le tasse al re assiro senza
rispettare i patti e continuava ad amministrare su alcune terre bagnate
dall’Eufrate. Salmanassar III fu perciò costretto a dichiarargli guerra. Durante
questa spedizione militare gli Assiri distrussero duecento città ed espugnarono
sei fortezze. Nell’856 a.C., il Principe Ahuni fu catturato e deportato in
Assiria insieme alla sua famiglia e a ventiduemila sudditi. Il piccolo Stato
aramaico di Bit-Adini fu incorporato all’Assiria. Salmanassar III potè quindi
sorvegliare e amministrare l’intera valle del fiume Eufrate senza nessuna
intrusione.
Nell’853 a.C., Salmanassar III con il suo esercito partì da Ninive alla volta di
Damasco perché alcune città della Siria, della Cilicia e della Fenicia non
volevano più pagare i tributi. L’esercito di Salmanassar III fu assalito dagli
Stati aramaici di Hama e Damasco nei pressi della città di Qarqar. Gli scontri
furono molto violenti ma non ci furono né vincitori né vinti. Tuttavia,
Salmanassar III riuscì ad ottenere il controllo definitivo della via carovaniera
che dall’Anatolia portava alla città di Assur.
Nell’849 a.C., il re riprese
sotto il suo controllo la città di Karkemis e nell’841 si diresse nuovamente
verso Damasco. Oltre a Damasco furono sottomesse anche le città di Tiro e Sidone.
Negli anni seguenti, Salmanassar III affrontò i Medi che nell’anno 836 a.C.
furono obbligati a pagare un consistente tributo al re assiro.
Adad-Nirari III (810-783 a.C.) -
Quando fu fatto salire al trono, Adad-Nirari III era ancora minorenne e il Regno
fu di fatto guidato da sua madre, Sammu-Rammat. Quest’ultima fu aiutata, a sua
volta, dagli assistenti di palazzo, fra i quali il turtanu Samsu-Ilu, il
Generale Supremo dell’esercito. Durante il governo di questo sovrano furono
intraprese diverse incursioni contro Babilonia ma anche alcuni tentativi per
migliorare le relazioni fra i due Paesi come, ad esempio, un patto di
fratellanza e pace.
Dopo la fine della monarchia di Adad-Nirari III, l’Assiria attraversò un periodo
di forte indebolimento interno durato circa quarant’anni. I suoi primi tre
successori, Salmanassar IV (782-772 a.C.); Assur-Dan III (771-755 a.C.) e
Assur-Nirari V (754-745 a.C.) non furono capaci di comandare il Paese e creare
un sistema centrale forte.
Tiglat-Pileser III (744-727 a.C.) salì al trono nella città di Kalhu con un colpo di stato e
fece dell’Assiria un vero e proprio «impero». Egli allargò i confini del suo
Regno fino verso Israele dove nel 734 a.C. e nel 738 a.C. impose pesantissimi
tributi. Tra il 732 a.C. e il 730 a.C., Tiglat-Pileser III si diresse verso la
sua alleata Babilonia prima liberandola da un tale Mukin-Zeri della tribù caldea
di Bit-Amukkani e poi dalle due tribù di Bit-Dakkuri e Bit-Yakkin. Infine, il re
raggiunse il Golfo Persico e si recò in pellegrinaggio ai grandi santuari.
A capo della Babilonia non mise uno dei suoi figli ma incoronò sè stesso
facendosi chiamare con un altro nome, Pulu. In Assiria egli si fregiò del titolo
di sar kissatim, «Re dell’Universo» mentre a Babilonia, Pulu, alias
Tiglat-Pileser III si fece incoronare con il titolo di sar bab-ilim, «Re di
Babilonia». Questo sovrano riuscì a conquistare numerosi paesi tanto che la sua
autorità si estendeva dalla Siria del Nord fino ai territori sottostanti i Monti
Zagros.
Tiglat-Pileser III fu un grande legislatore.
Egli promulgò una serie di riforme che migliorarono l’efficienza e la sicurezza del Regno Assiro.
I membri del ceto dirigente erano reclutati fra i componenti delle famiglie più in vista di Assur. Tuttavia, i governatori di alcune provincie che non appartenevano a queste famiglie riuscirono, attraverso alcune imprese, ad entrare nelle grazie dei sovrani, a controllare delle regioni molto estese dell’Assiria e ad acquisire maggiore autorità e potere tanto da indebolire la stessa istituzione del re. Queste figure emergenti si comportavano – nelle aree a loro destinate – come se fossero essi stessi il «Re»: costruivano palazzi, templi, città che portavano i loro nomi. Inoltre, essi facevano redigere delle steli nelle quali si autocelebravano come dei veri e propri sovrani.
Tiglat-Pileser III pose un freno a tutto questo introducendo nell’amministrazione un nuovo funzionario, il bel pihati. Il compito principale di questo funzionario era quello di nominare i generali incaricati di gestire e amministrare le provincie conquistate.
Il Paese
fu suddiviso in provincie e i vassalli del re erano sostituiti con dei
governatori assiri di fiducia. A capo di questa burocrazia articolata stava il
re assiro e ogni provincia aveva il dovere di fornire un apparato militare e
pagare il tributo stabilito. Fu così che l’apparato militare assiro diventò
un’imponente macchina da guerra permanente.
Sargon II (722-705 a.C.) -
Il nome Sargon è la traduzione biblica dell’accadico, Sarru-Kin che significa
«il re legittimo». Appena salito al trono, Sargon II ordinò la deportazione di
più di seimila criminali assiri nella città siriana di Hama. Nell’anno 721 a.C.,
l’esercito del re assediò la città di Samaria, deportò ventisettemila uomini e
distrusse tutta la parte settentrionale del Regno d’Israele.
Poi invase la
Giudea e prese la città di Gerusalemme.
Il Regno di Urartu rappresentava un serio pericolo per i sovrani assiri e il suo
obiettivo era quello di espandersi fino ai piedi dei Monti Zagros. Nel 714 a.C.,
Sargon II decise di avanzare con una piccola schiera di mille soldati contro
Musasir, località al confine tra Urartu e Assiria.
Imprigionò i suoi abitanti,
li deportò e saccheggiò i palazzi reali e il tempio del dio della tempesta, Haldi. Il bottino consisteva in una tonnellata d’oro, dieci tonnellate d’argento
e cento tonnellate di bronzo. I soldati assiri rubarono circa trecentomila
oggetti di grande valore che confluirono nelle casse del palazzo.
Sargon II concluse un’alleanza di pace con il Re di Babilonia,
Marduk-Apla-Iddina II che apparteneva alla tribù di Bit-Yakkin. Intorno all’anno
710 a.C. il loro accordo si ruppe e il sovrano assiro adottò la linea dura
sottomettendo Babilonia all’Assiria. Marduk-Apla-Iddina II si rifugiò nel vicino
Stato dell’Elam.
Sargon II morì in battaglia nell’Anatolia sud-occidentale e il
suo corpo non fu seppellito ad Assur secondo i riti dovuti.
La Città di Dur-Sarrukin -
Gli introiti provenienti dai traffici commerciali, i consistenti tributi versati
dalle popolazioni vinte allo Stato assiro e i bottini di guerra rappresentavano
le entrate più cospicue delle casse palatine assire. Grazie a queste abbondanti
ricchezze i sovrani potevano rafforzare l’esercito, sviluppare l’agricoltura,
costruire nuove città oppure restaurare quelle già esistenti.
Nell’anno 717 a.C., Sargon II dette il via ai lavori di costruzione di una nuova
città che chiamò Dur-Sarrukin, la «Fortezza di Sargon». Essa era situata
quindici chilometri a nord di Ninive. La sua posizione geografica non era più
importante di quella di altre città assire ma il suo terreno pianeggiante, ricco
di falde acquifere sotterranee produceva almeno due raccolti l’anno. Per la
realizzazione di questo importante progetto, il re si servì dei deportati e dei
prigionieri di guerra provenienti da tutte le parti del Regno.
I lavori edilizi durarono circa dieci anni e l’inaugurazione della nuova città
avvenne nell’anno 706 a.C.. Essa era circondata da un muro di cinta interrotto
da otto porte. All’interno delle mura furono costruiti numerosi palazzi, templi,
una grande ziqqurat e gigantesche statue di tori androcefali in pietra collocate
ai lati delle porte degli edifici. Le aree sacre erano collegate a quelle
profane grazie ad un elaborato sistema di scale e ponti.
Sennacherib (704-681 a.C.) -
Dopo la morte indegna di Sargon II, suo figlio e successore Sennacherib
abbandonò definitivamente la città di Dur-Sarrukin e si trasferì a Ninive.
Probabilmente la sua scelta aveva un significato più scaramantico che politico.
Gli Assiri infatti erano convinti che le anime dei defunti senza sepoltura
girovagassero sulla terra con l’intento di procurare il male ai vivi.
Sennacherib si diresse con le sue truppe verso le ribelli città di Ascalona,
Sidone, Ekron e Gerusalemme distruggendo quarantasei città. Il re non riuscì a
far capitolare la città di Gerusalemme perché il suo esercito fu colpito da una
pestilenza. Nel 721 a.C., Ezechia fu costretto a pagargli un tributo
consistente.
Sennacherib mise sul trono babilonese uno dei suoi figli, Assur-Nadin-Sumi che
nell’anno 694 a.C. fu rapito e ucciso dagli Elamiti. Per vendicare l’uccisione
del figlio, il re cominciò una soppressione durissima contro Babilonia ed Elam.
Babilonia cadde definitivamente dopo un lungo assedio nell’anno 689 a.C.. La
città fu saccheggiata, data alle fiamme e rasa al suolo. Il re babilonese, la
sua famiglia e la statua del dio nazionale babilonese, Marduk furono deportati
in Assiria.
Sennacherib fu assassinato con la spada da uno dei suoi figli, Urdu-Mullissu
mentre pregava in un tempio della città di Ninive. Per alcuni, la sua morte
rappresentò il castigo divino per aver distrutto la capitale babilonese, i suoi
simboli religiosi e le immagini degli dèi. Per altri, si trattò di un complotto
organizzato dai suoi figli maggiori per aver nominato suo successore al trono
l’ultimo dei suoi figli (Esarhaddon) e non il primo come voleva la tradizione.
La Città di Ninive era un centro abitato molto antico. Sennacherib lo fece ristrutturare con
un gusto urbanistico nuovo. I materiali edili provenivano dai paesi conquistati.
La costruzione della residenza reale, il «Palazzo senza Rivali» cominciò nel 702
a.C. e terminò dieci anni più tardi.
L’area della città fu più che raddoppiata e
raggiunse una superficie di settecentocinquanta ettari. Le mura urbane erano
attraversate da ben quindici accessi e le strade erano molto ampie. La «via
regia», cioè la via principale della città, era più larga di trenta metri. Gli
spazi all’aperto erano vasti e consistevano in giardini, frutteti, parchi
esotici e riserve di animali selvatici. Gli abitanti di Ninive potevano
coltivare liberamente alcuni appezzamenti di terreno e seminare il cotone.
L’acquedotto, collegato ad una fitta rete di canali, era considerato una delle
opere ingegneristiche più importanti di tutta l’antica Mesopotamia. L’ambiente
paesaggistico fu curato nei minimi particolari. Oggi c’è addirittura chi
sostiene che i famosi «giardini pensili» di Babilonia si trovassero a Ninive e
non a Babilonia.
Esarhaddon (680-669 a.C.) -
Esarhaddon fu nominato dal padre, il Re Sennacherib, suo principe ereditario e
suo successore al trono nell’anno 683 a.C.. Con questa decisione Sennacherib
andò contro le usanze e le tradizioni che stabilivano la regolamentazione al
trono. La consuetudine era che fosse il figlio maggiore a detenere lo scettro
dopo la morte del padre. Esarhaddon era figlio di Naqia-Zakutu, una donna di
origine aramaica che faceva parte dell’harem di Sennacherib. Questa donna era
molto intelligente e possedeva un forte ascendente sul re: ordinò la costruzione
di un piccolo edificio per Esarhaddon e si occupò di amministrazione templare in
diverse città dell’Assiria.
Esarhaddon ampliò i confini dell’Assiria sottomettendo a tributo diverse città
della Fenicia. Nel 673 a.C., il re decise di invadere l’Egitto e nel 670 a.C.
arrivò con le sue truppe fino alla città egiziana di Menfi. L’Egitto fu
suddiviso tra i governatori assiri e i regnanti locali.
Grazie al bottino della campagna egiziana, Esarhaddon potè pensare alla
ricostruzione di Babilonia, a quel tempo annessa all’Assiria. Il sovrano voleva
riparare i danni causati precedentemente dal nonno e dal padre e mettere pace
fra il popolo babilonese e quello assiro. Egli fece ricostruire la capitale
babilonese, il tempio del dio Marduk e la ziqqurat. Numerosi edifici pubblici,
privati e religiosi furono progettati per altre città babilonesi come Uruk,
Nippur, Borsippa e Sippar.
Nell’anno 672 a.C., Esarhaddon decise di ripartire il suo potere tra i suoi due
figli, il primogenito Samas-Sumu-Ukin (668-647? a.C.) e il secondogenito
Assurbanipal (668-627? a.C.). Il primo fu incoronato a Babilonia; il secondo in
Assiria.
Assurbanipal (668-627? a.C.) -
Assurbanipal era un uomo sportivo, molto vanitoso, grande appassionato di
scienze e lettere. Fu nel suo palazzo a Ninive che gli archeologi ritrovarono
l’enorme raccolta di tavolette redatte in cuneiforme (circa venticinquemila
testi), la famosa «Biblioteca di Assurbanipal».
Dopo l’incoronazione, Assurbanipal ordinò ai membri del palazzo reale un
giuramento di lealtà davanti agli dèi nel quale venivano ricordati i suoi
fratelli.
Samas-Sumu-Ukin fu confermato a capo della Babilonia con l’incarico di
svolgere le mansioni di culto poiché le decisioni politicamente importanti
spettavano ad Assurbanipal. Il re riconsegnò a Babilonia le immagini delle
divinità che erano state saccheggiate da Sennacherib. L’altro fratello,
Samas-Metu-Uballit fu nominato Sommo Sacerdote (sangu) del dio Sin nella città
di Harran.
Assurbanipal si occupò soprattutto di politica estera. Nel 658 a.C., i Medi
delle zone montane – vassalli degli Assiri – insorsero contro il potere centrale
ma i loro tumulti furono subito repressi. Furono organizzate due spedizioni in
Egitto. Con la prima avvenuta nel 664 a.C., Assurbanipal conquistò la città di
Tebe. Con la seconda spedizione, invece, il re si assicurò l’egemonia sul Delta
del Nilo fino al 655 a.C., anno in cui gli Assiri furono definitivamente
scacciati dal territorio egiziano.
Nel 654 a.C., Samas-Sumu-Ukin vietò a suo fratello Assurbanipal di accedere ai
luoghi sacri di Babilonia. Samas-Sumu-Ukin era a capo di una coalizione
antiassira formata non solo dai Babilonesi ma anche da altre popolazioni come
gli Elamiti e gli Arabi del Sud.
Nel 653 a.C., Assurbanipal affrontò l’Elam e lo annientò in una cruenta
battaglia che si svolse sul fiume Ulai. L’Elam fu ridotto a vassallaggio ma
questo non bastò ad Assurbanipal, il quale decise di punirlo definitivamente
cinque anni più tardi, nel 648 a.C.. Le truppe assire repressero altri focolai
di rivolta a Babilonia e a Uruk e gli abitanti di queste città furono deportati
in Assiria. Assurbanipal designò dei funzionari nuovi in ogni città e impose
alla popolazione locale l’obbligo di pagare tributi. Il fratello indomito e
coloro che lo sostenevano furono sconfitti. Con la morte di Assurbanipal si
conclude la storia indipendente dell’Assiria e ha inizio l’ascesa dell’ultimo
Regno Babilonese (626-539 a.C.).
La Capitolazione Finale -
Un militare di origini caldee di nome Nabopolassar ascese al trono di Babilonia
nel 626 a.C. e vi rimase fino al 605 a.C.. Egli fondò la Dinastia dei Caldei che
governò in Babilonia per ben ottantasette anni fino al 539 a.C., anno in cui il
Re di Persia, Ciro il Grande conquistò Babilonia.
L’Ultimo Re d’Assiria
L’ultimo re assiro si chiamava Assur-Uballit II e regnò nella città di Harran
dal 612 a.C. al 609 a.C.. Assur-Uballit II temeva un duro attacco da parte dei
Medi e dei Babilonesi e chiese aiuto al Regno Egiziano. Il Faraone Necao II si
diresse con il suo esercito verso il fiume Eufrate per difendere gli Assiri ma i
rinforzi egiziani non furono sufficienti a bloccare la caduta dell’ultima
capitale assira. Il re assiro riparò al di là dell’Eufrate protetto dai soldati
egiziani e Harran fu completamente distrutta e saccheggiata. Questo evento mise
definitivamente la parola «fine» alla storia dinastica, politica ed indipendente
dell’Assiria.