Impero Babilonese (1894-550 a.c.) e Hittiti (1800-1190)
Babilonesi
Nasce una nuova potenza, la città di Babilonia, fondata nel 1894 a.C, che letteralmente significa "porta del Dio".
Il re Sumu-abum di Larsa (1894-1881 a.C.) estese il suo potere sulle città e i villaggi circostanti e fondò la prima dinastia di Babilonia
I successori di Sumu-abum di Larsa furono:
Sumilal (1880-1845) - con lui si estese il predominio della Babilonia sulla Mesopotamia centrale
Kudumabug (1835) - che diede inizio alla nuova dinastia elamita
Warad Sin (1834-1823) e suo fratello Rim Sin (1813-1763) furono re di Larsa e di parte della Babilonia.
Ma il più importante fu Hammurabi (1792-1750) re di Babilonia che fondò un grande impero esteso dal Golfo Persico fino alla Siria e all'Assiria e comprendeva Assur, Elan, Larsa Mari, Eshuma. Poté farlo combattendo e unificando i territori degli Elamiti a est, degli Assiri a nord, e distruggendo il regno amorrito dei Mari a nord-ovest.
Ma soprattutto adottando una strategia vincente: permettere ai militari di diventare proprietari terrieri, imporre a tutti il culto del dio Marduk e adottare un unico codice, civile e penale (detto appunto di Hammurabi), la cui grande lastra di diorite che lo conteneva fu rubata dagli Elamiti e ritrovata soltanto nel 1901. In questo codice tutti gli uomini sono divisi in tre categorie: ricchi, poveri e schiavi.
Egli ebbe anche il grande merito di raccogliere tutta la tradizione giuridica
precedente nel Codice di Hammurabi rilevato sulla "Stele di SUSA" in Iran
(conservata al Louvre di Parigi - risalente alla fine del suo regno - 1750) il
codice di leggi più antico della storia che contiene un elenco delle sue
sentenze e l'istituzione della legge del taglione.
Tra le innovazioni giuridico/economiche di Hammurabi da ricordare:
- il recupero dei territori e dei beni ceduti ai templi,
- il controllo sulle gerarchie sacerdotali,
- l'eliminazione dei privilegi e delle esenzioni di imposte ai religiosi,
- il finanziamento alle imprese commerciali,
- la cancellazione dei debiti fiscali ai derelitti,
- la cura delle difese militari e dell'esercito.
Al tempo del primo impero babilonese dobbiamo uno dei più antichi racconti
letterari: l' "Epopea di Gilgamech" (despota della sua città) e una
prima unificazione linguistica.
L’impero babilonese fu messo in crisi dall’affermazione nell’Asia Anteriore di
alcuni popoli indoeuropei (Ittiti, Urriti, Cassiti) detti anche popoli dei monti
perché provenienti dai monti dell’Asia Minore e dall’Altopiano Iranico.
Samsu iluna (1749-1722) successore di Hammurabi, dovette immediatamente
fronteggiare forti rivolte interne
Abi eshukh (1711-1684) comincia a perdere parte del regno creato da Hammurabi
nel 1600 a.C. circa, un incursione del re Hittita Murshili segna il definitivo crollo dell'impero babilonese.
L'Impero babilonese fu sottomesso inizialmente dagli Ittiti (1500 circa) quindi,
per circa 500 anni, dai Cassiti, poi dagli Elamiti e infine dagli Assiri.
L’Assiria effettuerà una serie di
scorrerie nell'altopiani iranico ed avrà una sorta di protettorato nei confronti
di Babilonia, considerato luogo sacro e patria degli dei. Alcuni re assiri si
proclamarono anche re di Babilonia, assumendo due nomi, uno come re di Assiria
ed uno come sovrano babilonese. Tutto questo durò fino al 626 a.C., quando
Nabopalassar, padre di Nabucodonosor, con l’aiuto di Medi, Elamiti, Aramei e
Caldei riconquistò l’Assiria. Egli riuscì ad unificare le tribù caldee e si alleò
con i diversi popoli limitrofi. Nel 614 a.C. prese Assur, mentre nel 612 a.C. il
re medio Ciassarre prese Ninive: l’Assiria divenne possedimento della Media.
Il re babilonese riuscì dove non erano riusciti i regnanti assiri, accecati da
una mentalità imperialista e non curanti del pericolo che potevano rappresentare
i popoli vicini ancora non sottomessi: i Frigi ed i Lidi a nord, i Medi ad est,
i Caldei e gli Elamiti a sud ed i Cimmeri (popolazione celto-scita) ad ovest.
L’unico modo per gestire questi pericoli era l’alleanza ed il buon governo e
questa politica riuscì molto bene alla cultura babilonese.
L'impero babilonese raggiunge il suo apice nel 612 a.C. sotto Nabucodonosor II
quando i babilonesi riescono a sconfiggere l’Egitto e a distruggere Gerusalemme.
Durante il regno di Nabucodonosor II i babilonesi conoscono un periodo di dominio e
di ricchezza. In questi viene eretta la leggendaria Torre di Babele e molte
altre opere monumentali ed urbanistiche a Babilonia. Per quasi un secolo
l'impero neobabilonese controlla tutti i territori della Mesopotamia, fino al
538 a.C. quando l'invasione dei persiani, guidati dal re Ciro il Vecchio, occupa
Babilonia e sottomette tutti i territori della Mesopotamia.
Attività
La posizione geografica del regno di Babilonia, nonché le ricchezze naturali
(due fiumi, ricca vegetazione, pascoli fiorenti), favorirono i commerci con i
popoli vicini, in particolare con le Indie ed il prosperare di attività agricole
e di pastorizia. Numerose furono le eredità prese dai Sumeri. Furono grandi
conoscitori dell’astrologia: inventarono un calendario che non si discosta molto
da quello impiegato attualmente, individuarono tutte le costellazioni,
identificarono la cometa di Halley. Grandi matematici, risolvevano equazioni
algebriche di terzo grado e sistemi vari, nonché impostarono il teorema di
Talete. Eseguivano calcoli complicati nel campo dell’ingegneria edile.
Grandi ingegneri, realizzarono città, templi e palazzi a Babilonia, dove i
templi più famosi erano quelli di Etemenanki ed Esagila, rivestiti d’oro,
Borsippa, sede dell’accademia, Kuta, Kish, Larsa, Marad, Bas e Sippar. Babilonia
era così bella che conquistò non solo Ciro il Grande, ma anche Alessandro Magno.
Tutti la consideravano "l’ombelico del mondo", centro di arte e di cultura. Un
esempio è dato dalla maestosa porta di Ishtar, tutta decorata da mattoni
policromi, dalla via della processione, dalla torre di Babele, dall’oro che
rivestiva i templi ed i palazzi, dai Giardini Pensili, considerati una delle
sette meraviglie del mondo, realizzati per la regina Amitis, moglie di
Nabucodonosor, figlia del re medio Ciassarre, al fine di ricordarle il verde
della sua terra.
Nel campo toponomastico, descrivevano in dettaglio tutte le loro opere con
piante e calcoli minuziosi: esistono tantissimi reperti con descrizioni
dettagliata di alcune zone di Babilonia. Utilizzarono per la scrittura il codice
"lineare B" adottato dai Cretesi, implementandolo con la scrittura cuneiforme.
Produssero tantissimi libri: ne sono prova i reperti trovati nelle varie
biblioteche. Inventarono le Cronache, molto attendibili ed oggettive, in cui
venivano riportate le notizie salienti del periodo. Tra queste le informazioni
di carattere bellico avevano poca rilevanza, a differenza degli assiri. Questo
dimostra che i babilonesi non davano molta importanza alla guerra, piuttosto
alla religione ed alla cultura.
Dal punto di vista militare avevano grossi eserciti, che si avvalevano del carro
da guerra, introdotto dai sumeri e perfezionato dagli assiri, e di macchine da
guerra utilizzate per assediare le città.
Società
Esistevano una classe regale ed una sacerdotale. Quest’ultima deteneva il
controllo su latifondi terrieri e beneficiava dei relativi proventi.
Parallelamente vi era anche una classe borghese, risultato dei fiorenti commerci
babilonesi.
Poco si conosce della condizione femminile e del resto della popolazione. Il
tenore di vita era comunque medio alto. Ciò è testimoniato dall’opulenza delle
città e dalla presenza di diversi schiavi. Ciascuna città era ben fortificata, basti pensare alle possenti mura di
Babilonia. Nabucodonosor, tra l’altro, fece erigere un vallo al confine con la
Media, a nord del suo regno, per prevenire eventuali attacchi.
Religione
I babilonesi avevano una religione politeista, avente origini orientali. Essi
furono molto abili ad impiegare la loro religione per fini politici, facendo
diventare Babilonia luogo sacro di spiritualità ed origine del tutto. Attraverso
documenti, vengono rielaborati tutti i testi sacri dei sumeri, modificando la
realtà, per esaltare il mito di Babilonia, vista come "porta di Dio". Il mito
sumerico di Gilgamesh e quello di Atramhasis vengono rivisitati.
Il primo mito si ricollega ad un re sumero vissuto ad Uruk intorno al 2700 a.C.,
che sperimenta l'esperienza della mortalità umana e compie un viaggio verso la
conoscenza perfetta.
Tra le sue imprese, Gilgamesh avrebbe ucciso un toro divino, inviato sulla terra
dalla dea Ishtar, che opprimeva il proprio popolo.
Il secondo mito, invece, richiama il diluvio universale. Secondo la tradizione
sumerica, An sovrintendeva tutto ed il cielo, Enlil ed Enki, suoi figli,
regnavano rispettivamente sulla terra e sugli abissi. Il primo aveva più potere
del fratello, che aveva come figlio Marduk. An crea gli altri dei per lavorare
sulla terra, al fine di poter mangiare, ma questi si rifiutano, perché troppo
faticoso. Quindi crea l’uomo che rifiuta anche esso di lavorare. Qui si
inserisce il mito biblico del paradiso terrestre e della cacciata da parte
dell’uomo e della donna. La prima modifica babilonese al testo sacro sta nel
fatto che, a questo punto, Enlil propone di mandare sulla terra la pestilenza ed
il diluvio per punire la ribellione umana, ma Enki interviene facendo salvare Atramhasis su
un’arca.
Nell’altro testo sacro babilonese del Enuma Elish si descrive la lotta tra Enlil,
geloso del salvataggio dell’uomo, ed Enki. Per vendicarsi, ordina a Tiamat,
essere vivente dei mari, invincibile, di generare dei mostri e comandare su
tutti gli dei, ma Marduk, figlio, di Enki, lo uccide e riceve in compenso la
supremazia su tutti gli dei.
Praticamente, attraverso la rivisitazione di questi miti, i sacerdoti babilonesi
sostituiscono l’importanza di Enlil, venerato presso i sumeri, con quella di
Enki, sacro ai babilonesi, da cui ne consegue una sacralità per il figlio, il
dio Marduk. La sacra città sumerica di Eridu, consacrata al dio Enlil, è
equiparata integralmente a Babilonia, città sacra ad Enki.
Il cuore della religione si sposta da Ur e Nippur a Babilonia, Borsippa e Kuta,
al punto che anche gli assiri veneravano gli dei babilonesi, considerandoli come
i più grandi ed eccelsi. Nel regno assiro, infatti, si pensava che Ninive fosse
il centro politico e Babilonia quello religioso. Dietro questo processo
sicuramente c’è una stretta cooperazione con i caldei. Fu questa "rivoluzione"
religiosa a decretare il prestigio di Babilonia che in più parti era
rappresentata come il centro del mondo e la porta verso il dio Marduk.
La grandezza della cultura babilonese sta anche nella produzione di questo
modello religioso che segnò le basi del prestigio del proprio popolo e di una
filosofia di pensiero, accettata da molte culture orientali.
Gli stessi re di Babilonia non si definivano re, a differenza degli assiri, ma
pastori di popoli, amministratore della giustizia e servitori degli dei e lo
stesso Ciro il Grande, per annettere la città ed il suo impero alla Persia, si
proclamò servo di Marduk.
Ogni anno a Babilonia si celebrava la festa del Nuovo Anno. Il mito della
rinascita è sempre presente nelle religioni orientali. Solo il re poteva
cominciare la festa ed era accompagnato dai sacerdoti. Ad un certo punto della
festa il gran sacerdote schiaffeggiava il re, per ricordargli di essere umano:
se questi piangeva, il dio Marduk concedeva all’impero un anno prosperoso,
altrimenti vi erano dei presagi nefasti.
Esisteva una trinità babilonese: Marduk, Ishtar e Nabu. Il primo è il padre di
tutti. Ishtar richiama il mito fenicio di Balaat e presso i sumeri era venerata
come Innin, presso gli Egizi come Iside. Essa era la gran madre di tutti,
simboleggiava colei che dava calore, fertilità e sicurezza all’uomo. Nabu era il
figlio di Marduk ed era molto vicino all’uomo. Era colui che accompagnava la
processione nella festa dell’Anno Nuovo, segno di rinascita e purificazione, che
avveniva con l’aiuto di Ishtar. Accanto a questa triade c’erano altre divinità,
tra cui si ricorda: Ninurta, che aveva un tempio dedicato a Babilonia e che
vegliava sulla città di Borsippa, Nergal, protettore della città di Kuta, Ninrag,
protettore del vulcano, Anu, che vegliava sul cielo, Annunaki, protettore della
volta celeste ed illuminato da Anu, Igigi, legato al ciclo perpetuo del sorgere
e del tramontare.
Sviluppo
Il regno di Babilonia conobbe il suo splendore con Nabopalassar, come già detto,
che nel 626 a.C., unì le tribù caldee, si alleò con i vari regni limitrofi,
nonché con la Media e mosse guerra all’Assiria. Probabilmente egli stesso era un
caldeo e per questo fu accettato da tutti. Proseguì le gesta di Merodach Baladan,
ricordato da tutti i caldei.
Nel 614 a.C. e nel 612 a.C. caddero Assur e Ninive e, dopo la capitolazione
della nuova capitale Harran nel 610 a.C., l’Assiria fu divisa tra medi e
babilonesi.
Nabonassar fa eseguire opere di ammodernamento nelle varie città, non assoggetta
i vari popoli, ma li considera alleati, in quanto non si ritiene re, ma pastore
di popoli, infine, getta le basi per la fondazione di un impero. In particolare
nella località di Karkemish, in Siria, nel 606 a.C., con l’aiuto del figlio
Nabucodonosor, sconfigge gli egiziani, che si erano coalizzati con Israele e
Fenicia. Da questo momento gran parte del medio oriente è sotto il controllo
babilonese, anche se dovranno essere combattute altre guerre e dovranno passare
altri anni. Si arriverà al 601 a.C., quando gli egiziani abbandoneranno
definitivamente l’area siro-palestinese.
A questo punto si sviluppano le vie dei commercio e si forma sempre più
ricchezza, con conseguenze positive per l’urbanizzazione ed anche per la cultura
babilonese.
Dal 605 a.C. al 562 a.C. regnerà Nabucodonosor II, dipinto dai testi biblici
come lucifero, in quanto responsabile della deportazione ebrea a Babilonia.
A questo proposito, aggiungiamo che la stessa città ci viene rappresentata come
un luogo di peccato e degno di distruzione, in base alle profezie di Isaia e
Geremia. A Babilonia si associa l’episodio biblico della Torre di Babele, in cui
Dio porta tra gli uomini la confusione (da cui il termine babele), per evitare
la costruzione della torre che li avvicini alla divinità.
Queste immagini ci fanno capire che sicuramente all’epoca Babilonia rivestiva un
ruolo fondamentale tra le città del mondo. Tra l’altro rappresentava il cuore
della religione orientale, per cui metterlo in cattiva luce significava anche
contrapporre una religione monoteista ad una politeista di origini scite.
Nabucodonosor fonderà un impero che va dall’Egitto alla Persia, attraverso la
Palestina e la Siria, dalla Lidia (Asia Minore) al Golfo Persico. Controllerà la
Media, in qualità di sposo della figlia del re Ciassarre ed, in qualità di
garante di un accordo di pace tra quest’ultima e la Lidia, controllerà anche la
stessa Lidia. Questo regno sarà ricchissimo e famoso per la cultura e la
scienza. Il re babilonese non sottometteva i popoli conquistati, ma lasciava ai
re locali al comando ed al popolo i propri usi e costumi.
Realizzò un apparato burocratico saldo ed efficiente, basato su collaboratori
(gli equivalenti dei ministri) retti e fedeli. Si avvaleva di controllori per
monitorare la periferia e controllava anche le attività economiche legate alle
proprietà terriere della classe sacerdotale. In poco tempo portò ordine in una
situazione caotica, ove comandava solo chi aveva ricchezze. Tuttavia, nel suo
regno, l’inflazione era abbastanza alta. Anche la giustizia fu ben amministrata,
ribaltando completamente la precedente situazione gestita da una classe
ristretta di ricchi. A tale proposito si raccontano casi di condanna esemplare
con pene dure, al fine di fornire un monito per chi voleva ripristinare la
precedente situazione caotica.
Nabucodonosor era molto religioso e non mancava di partecipare alla festa del nuovo anno. Diffuse e
rafforzò il culto del dio Marduk: egli non si proclamava re, ma pastore di
popoli, servo degli dei.
Circa l’episodio della deportazione degli ebrei bisogna considerare alcuni
aspetti. Nel 609 a.C. il re Giosia, simpatizzante per i babilonesi oppure mosso
verso l’indipendenza del suo piccolo regno, si oppone all’avanzata degli
egiziani, guidati dal faraone Nicho II, corso in aiuto degli assiri, e muore
presso Megiddo. Gli egiziani instaureranno in Israele un re anti-babilonese e
formeranno una lega con siriani, palestinesi, fenici ed ebrei. Questo esercito
sarà poi sconfitto dai babilonesi, come già detto, presso Karkemish.
Nel 593 a.C. Gerusalemme, guidata ancora dai filo-egiziani, legati al faraone Psametico II, è assediata dai babilonesi. Il re Joachin, dopo aver resistito, fa
atto di sottomissione, ma viene fatto prigioniero e portato a Babilonia con
altri notabili ebrei. Tutti verranno trattati bene e riceveranno uno stipendio,
in base a quanto è indicato nel racconto di Susanna. Nabucodonosor non nomina un
re a lui fedele, ma consente a Sedecia di salire al potere, lasciando ad Israele
ampia libertà.
Nel 587 a.C., nonostante Geremia invitasse il suo popolo alla sottomissione
babilonese, c’è una nuova rivolta assieme ai fenici e agli abitanti di Edom. La
punizione è esemplare: Sedecia viene portato a Babilonia con la sua famiglia e
viene accecato, ne vengono uccisi i figli e vengono deportati circa 5.000
abitanti, tutti artigiani, fabbri, commercianti, che faranno la loro fortuna a
Babilonia, sviluppando grandi attività economiche. Inoltre fu proprio a
Babilonia che cominciano ad essere composti i primi libri della Bibbia.
Gerusalemme subisce alcune devastazioni, ma rimane comunque popolata e governata
da Ghedalia, nobile giudeo. Considerati i tempi, Nabucodonosor si comportò in
modo magnanimo, anche perché non si impose come tiranno, e non vi fu una
deportazione di massa del popolo.
Gli ebrei faranno ritorno a casa solo verso 550 a.C., quando Ciro il Grande,
annettendo Babilonia alla Persia, pronunciò un editto in tale direzione. Alcuni
ebrei rimarranno nella città mesopotamica perché avevano delle considerevoli
attività economiche e commerciali.
Dal 562 a.C. al 556 a.C. ci saranno tre re babilonesi che si succederanno o come figli e discendenti diretti di Nabucodonosor
o come usurpatori:
Amel Marduk (562-560) figlio del grande re, che restituirà la libertà al re
giudeo Joachin, come simbolo della non continuità della politica paterna;
Neriglissar (560-556) suocero di Nabucodonosor, fa un colpo di stato in cui
muore il re, taglia completamente con la politica del passato, fa opere di
abbellimento a Babilonia e Sippar, compie un’incursione militare in Cilicia,
comunque mina l’unità del paese mettendo in cattiva luce il grande re;
Labashi Marduk (556) figlio di Neriglissar, va al potere bambino e perde subito
il potere.
Nabucodonosor, alla sua morte, aveva preso coscienza che la sua
dinastia non avrebbe regnato a lungo.
Dal 556 a.C. al 539 a.C. regnerà Nabonedo, ultimo re babilonese, salito al
potere con un colpo di stato, proveniente dall’Assiria, dalla città di Harran.
La storia ce lo tramanda come un re incapace, appassionato di archeologia. Oggi
sappiamo che fu vittima di una propaganda effettuata dai persiani, con
l’appoggio dei sacerdoti babilonesi, al fine di conquistare il regno senza
effettuare guerre.
Sostituì la triade divina dei babilonesi con Sin–Shamash–Ishtar,
legata ad un culto lunare e più cara agli assiri. Questo non fu motivato solo
dalla sua origine, ma anche dal fatto che, accorgendosi del potere sempre più
forte dei persiani, voleva ricercare alleati verso ovest. In tal senso, siglò un
accordo con Lidia, Sparta ed Egitto.
Per comprendere, nel 700 a.C. la Persia era divisa in due regioni (Parsumash e Parsa) ed era
sotto il dominio della Media. Nel 600 a.C. il re medio Ciassarre riunifica le
due regioni, affidando il regno a Cambise che sposerà la figlia di Astiage,
nuovo re di Media, e si insedierà nella prima capitale persiana Pasargade.
Successivamente venne costruita Persepoli, che diventerà sempre di più la vera
capitale persiana. Da questa unione nascerà Ciro II il Grande che governerà dal
559 a.C. al 529 a.C., inventando il modello delle satrapie, che gli consentì di
costruire un grande impero (Egitto, Anatolia, Mesopotamia, Arabia, Persia).
Secondo una leggenda, nata per esaltare la grandezza di Ciro II, Astiage ebbe un
sogno nel quale si vedeva ucciso da un giovane re, per cui fece dei tentativi
per eliminare il giovane futuro re persiano, senza riuscirci.
Verso il 550 a.C. Ciro II si allea con Nabonedo (non sembra sicuro) ed insieme
prendono la Media. I babilonesi occupano l’Assiria ed i persiani il resto del
regno. Successivamente Ciro II invade la Lidia ed insegue il re Creso fino a
Sardi, conquistando l’intero regno. In questo modo Ciro II impedisce a Nabonedo
di mettere in pratica l’alleanza precedentemente ricordata e comincia a
circondare Babilonia. Il re babilonese fu l’unico che aveva capito il pericolo
persiano.
Le vie del commercio verso l’India sono sotto il controllo persiano e
l’inflazione a Babilonia arriva al 400%. Si raccontano diversi episodi di
carestia. Nabonedo abbandona Babilonia e si reca in Arabia, dove la popolazione
locale non lo vedeva di buon occhio. Lo scopo di questo viaggio fu quello di
trovare altre vie di commercio per riportare ricchezza al proprio paese.
E’ in questo periodo che viene individua la famosa via delle spezie.
L’economia
babilonese si risolleva.
Nel frattempo Ciro II trama con i religiosi babilonesi. Nabonedo appare come il
traditore, colui che ha dissacrato il nome del dio Marduk, sostituendolo con
altre divinità. Alla luce di quanto esposto in precedenza, il re babilonese
appare come un incompreso più che un traditore. Il frutto della propaganda fu la
cacciata di Nabonedo e l’acclamazione di Ciro II a nuovo re: la Persia si era
impossessata di Babilonia senza combattere. Come discorso di insediamento il re
persiano si proclamò "nuovo figlio del dio Marduk", richiamandosi alla
propaganda da lui attuata segretamente. Restituì la libertà agli ebrei nel
famoso editto e si impadronì della Siria, Palestina, Israele ed Egitto. L’impero
persiano fu molto vasto e ricco.
I Cassiti
I Cassiti sottomisero parte dell'impero babilonese per 500 anni, a partire dal
1595 a.c..
Il re Murshili iniziò la conquista che fu completata da Agum II
(1592-1565).
I Cassiti dominarono la parte centro-meridionale da Assur al golfo persico.
Babilonia riuscì a conservare la propria autonomia grazie all'elasticità dei
rapporti con gli Assiri.
I Cassiti non incisero sul tipo di vita e sulla cultura dei territori
conquistati: del loro periodo restano pochi elementi.
Come popolo, i Cassiti suddivisero il territorio in distretti detti "Pikhatu" in cui gli amministratori gestivano l'acqua e i beni reali.
Il Pantheon cassita è scarsamente significativo e comprendeva gli dei babilonesi accorpati.
In letteratura abbiamo una rielaborazione degli scritti accadici e sumerici.
Da
notare che l'utilizzo del vetro e della volta a botte indica una capacità di
oggettistica e di architettura elevata.
Gli Hittiti (1800-1190)
Verso il 1530 a.C. la Mesopotamia fu conquistata dagli Ittiti.
E' una popolazione di stirpe indoeuropea che aveva fondato in Asia Minore uno
Stato con capitale Attusas (presso l’attuale città turca di Baghazkòi). Con la
Mesopotamia e parte della Siria, il loro impero arrivò dall’altopiano anatolico
fino all’Eufrate.
Pare che queste conquiste fossero facilitate da un’arma nuova da loro costruita,
il carro da guerra veloce, fatto correre da veloci cavalli e ottenuto
perfezionando la ruota, costruita non più a disco di legno pieno e pesante, ma
di ferro a sei raggi snelli e leggeri. L’Impero degli ittiti non ebbe una lunga
durata; verso il 1200 a.C. esso non esisteva più, per cause non ancora ben note,
forse nuove invasioni di nomadi.
Gli ittiti impararono la scrittura dai babilonesi, come risulta dalle migliaia
di tavolette d’argilla scritte a caratteri cuneiformi, scoperte nel 1906 ad
Attusas.
Il re, presso gli ittiti, non era considerato un dio (come in Egitto), né un
vicario delle divinità (come in Mesopotamia), ma solo un uomo particolarmente
valoroso che esercitava il potere non in forma dispotica ma con la
collaborazione dell’assemblea dei nobili, dai quali egli derivava la sua
autorità.
Anitta, re di Kussara, fu il re hittita che iniziò la conquista dell'Anatolia
Pithana fu il primo re Hittita al potere. Pithana è considerato il capostipite
dei re ittiti, come il figlio Anitta, ma la
sua esistenza rimane avvolta nell'ombra della leggenda. L'ascesa militare e
politica di Pithana iniziò all'incirca nel 1725 a.C. In questo primo periodo, il
regno ittita fu chiamato Regno di Kussara
Ma gli ittiti consideravano il re Labarna (1680) il vero fondatore della dinastia ittita e
della sua potenza: dal suo nome i re si chiamano Tabarna (che significa gran re o
re dei re), le regine Tavannannas (dal nome della moglie di Lavannas I). Il popolo ittita era diviso in caste:
1- la corte, comprendente i sovrani e la loro famiglia
2- i dignitari
3- Panku - la casta militare molto potente - spesso in contrasto con i re per
la definizione della monarchia elettiva o ereditaria
4- gli uomini strumenti - cioè gli artigiani - che sapevano lavorare il rame,
fonderlo con lo stagno per ottenere il bronzo e creavano monete in argento
5- i coltivatori-pastori: coltivavano frumento e orzo per le farine, meli,
mandorle fave, piselli, olivi per la produzione dell'olio. Erano inoltre dediti
alle api con produzione di miele e cera.
6 - gli schiavi - che conservavano una loro dignità e non erano considerati
cose.
Il re Telipinu (1525) emanò una serie di leggi che consolidarono per l'ultimo
periodo ittita il potere del sovrano e la discendenza ereditaria.
Il
sovrano assume il ruolo di capo religioso e militare.
Un altro aspetto originale della civiltà degli ittiti è lo spirito di pace e di
tolleranza che essi mostrarono sia con i popoli assoggettati, sia con i regni
confinanti: in particolare con gli egizi, che, dopo essersi scontrati con gli
ittiti nella battaglia di Qadesh in Siria (1296 a.C.), stipularono con loro un
trattato di pace (1278 a.C.).
Da
evidenziare la grande capacità degli Hittiti di lavorazione dei metalli, rame e
bronzo soprattutto. Nel periodo hittita compare il vino come bevanda.
La religione ittita è dominata da Tarhunta, dio delle tempeste e comprende, tra
gli altri, Almahasuitta dea del trono e Siurnasummi dio del sole
L'economia hittita si basa sull'attività agricola - farine, frumento, orzo inoltre birra, pane, meli, melograni, mandorle., olio, fave , piselli. Utilizzavano le api per il miele e tessevano il lino. Abili artigiani, lavoravano il rame, proveniente dalla cappadocia, lo stagno (con cui ottenevano il bronzo) e l'argento usato come moneta.
Nell'ultimo periodo ittita, la capitale fu Hattusas e per un periodo furono conquistate la Siria, la Babilonia e Aleppo.
Kurriti e regno di Mitanni
Mitanni fu un regno situato nel nord della Mesopotamia tra gli attuali Iran e
Turchia., abitato principalmente dai Kurriti
Raggiunse il massimo splendore tra il 1450 e il 1350 a.C., durante la fase
terminale dell'età del Bronzo. Nel XVsecolo a.c. arrivò alla conquista di
Aleppo e di buona parte dell'Assiria.
La sua capitale fu Waššukanni, la cui esatta ubicazione non è stata ancora
determinata. I kurriti usarono la scrittura ittita e la loro cultura fu molto
semplice e povera.
La sconfitta per parte dell'esercito ittita, guidato da Piyashshili di Karkemish
e dal re Suppiluliuma I, segnò la fine della potenza di Mitanni anche se il
principato visse ancora per un certo tempo.