Età ellenistica (323-30 a.C.)
Alla morte di Alessandro (323 a.C.), in attesa della
nascita del figlio concepito con la moglie battriana
Rossane, l'impero viene provvisoriamente diviso tra il
generale Perdicca, a cui Alessandro ha consegnato il
sigillo imperiale, e Antipatro, un generale di Filippo II
lasciato a governare la Macedonia durante la
spedizione di Alessandro.
Ma i grandi dell'impero (Diadochi), che già controllano
per incarico di Alessandro le varie province, scatenano
una lotta (321-281 a.C.) che vede in campo, oltre a
Perdicca e Antipatro, Antigone della Frigia, Eumene
dell'Asia minore (Cappadocia), Tolomeo dell'Egitto e
Lisimaco della Tracia, mentre altre figure minori si impossessano di territori più ristretti.
Tutti i pretendenti diretti alla successione (il figlio di
Alessandro, la moglie Rossane, il fratello deficiente
Filippo Arrideo, la madre Olimpia) e i generali
Perdicca, Antipatro, Antigono, ecc. vengono
successivamente soppressi, e i diadochi, caduta la
finzione della reggenza, assumono nei rispettivi
territori il titolo di re.
Rimangono così in piedi tre monarchie: la Macedonia,
la Siria e l'Egitto.
Il regno di Egitto, sotto la sovranità di Tolomeo
(dinastia dei Lagidi), comprende anche Cirene, parte
della costa assiro-palestinese, Cipro e alcune isole
Egee.
Il regno di Siria è in mano a Seleuco, che inizia la
dinastia dei Seleucidi. Comprende Babilonia, l'Assiria e
altre satrapie orientali, ma da esso si distaccano il
regno di Bitinia, quello di Pergamo sotto la dinastia
degli Attalidi, che assorbirà poi anche la Tracia, quello
di Cappadocia e le province orientali che vanno a
formare il regno dei Parti.
Nel regno di Macedonia, che comprende anche la
Grecia e il regno di Epiro, si afferma Antigono Gonata,
fondatore della stirpe degli Antigonidi.
Nel 280 a.C. Mitridate I si stacca dai Seleucidi e fonda
sul Mar nero, il regno del Ponto. Dal regno dei
Seleucidi si stacca nel 163 a.C. anche di regno di
Pergamo, sotto il dominio degli Attalidi. Nel 133 a.C.
Attalo III muore lasciando il regno in eredità ai romani,
che nel 129 a.C. ne fanno la provincia d'Asia.
Tutti questi regni finiranno col cadere in epoche
diverse sotto dominio di Roma (il Ponto nel 64 a.C.;
l'Egitto nel 30 a.C.).
La Macedonia, dopo ben tre guerre, diventa provincia
romana nel 148 a.C.
Le città della Grecia, che unite nella lega achea tentano
di sollevarsi contro Roma, vengono sconfitte e annesse
alla provincia romana di Macedonia nel 145 a.C.
Con il termine ellenismo si intende la diffusione della
civiltà greca nel mondo orientale, seguita alle imprese
di Alessandro, e la sua fusione con elementi delle
diverse civiltà locali.
In realtà, i due mondi rimangono abbastanza separati e
la civiltà ellenistica (detta anche alessandrina dato che
Alessandria è il centro culturale più importante)
continua la civiltà greca classica.
Il pensiero filosofico perde la spinta verso vasti e
rigorosi sistemi e tende a concentrarsi sui problemi etici
dell'individuo, e la ricerca della felicità interiore
(scuola epicurea fondata da Epicuro di Samo, 342-270
a.C., e scuola stoica fondata da Zenone di Cizico, 332-264 a.C.).
Pirrone di Elide (360-270 a.C.) invece fonda la scuola
scettica, che riconoscendo l'inconciliabilità delle varie
teorie sulla conoscenza, sostiene la necessità di
sospendere il giudizio per raggiungere la pace.
Ma i sovrani ellenistici mostrano diffidenza verso la
filosofia, poco compatibile con una concezione
assolutistica del potere, e preferiscono appoggiare le
discipline non legate a problemi politico-morali.
Le capitali ellenistica diventano quindi centri di ricerca
scientifica e letteraria, e tra tutte si distingue
Alessandria, dove i Tolomei fondano due biblioteche
con un totale di 700.000 volumi.
La letteratura fiorisce. Il commediografo Menandro
opera ad Atene, ma molti poeti si trasferiscono ad
Alessandria.
Teocrito scrive gli Idilli. Callimaco di
Cirene, bibliotecario di Alessandria, è autore di elegie,
epigrammi e del poema celebrativo "La chioma di
Berenice". Apollonio Rodio scrive il poema etico "Le
argonautiche".
In questo clima di ricerca erudita si sviluppano la
storiografia, e la filologia, a cui si accompagna lo
studio teorico della lingua e la compilazione dei testi
per l'insegnamento. Dionisio Trace pubblica intorno
alla metà del II secolo a.C. L'arte grammatica (che
verrà usato nelle scuole fino a Rinascimento).
Aristarco di Samotracia redige edizioni commentate
di classici.
Le grandi biblioteche di Alessandria e di Pergamo
sorgono in concomitanza al diffondersi del libro e alla
crescente alfabetizzazione del ceto medio.
Opere famose di scultura: Galata morente, la Nike di
Samotracia (circa 196 a.C.) che celebra la vittoria su
Antioco III di Siria; il pugile di Olimpia; la celeberrima
Venere di Milo (circa 150 a.C.), rinvenuta nel 1820
nelle Cicladi.
All'imbocco del porto di Rodi viene posta (290 a.C.) la
gigantesca statua bronzea di Helios: è il Colosso di
Rodi, distrutto da un
terremoto nel 224 a.C..
L'architettura nei suoi elementi fondamentali rimane
legata alla tradizione greca, mentre nell'urbanistica
prevale la razionalità della pianta di Ippodamo di
Mileto, con strade che si tagliano ad angolo retto e
fortificazioni adatte a sostenere l'attacco delle macchine
d'assedio.
Ad Alessandria i Tolomei fondano il Museo, un istituto
di ricerca dove gli studiosi vivono e lavorano in
comune, a spese dello stato.
Teofrasto (372-237 a.C.) succede ad Aristotele alla
direzione del Liceo di Atene; autore di opere
mineralogia, meteorologia, e botanica.
Eratostene di Cirene (280-200 a.C.) calcola, quasi con
esattezza, la lunghezza del meridiano terrestre, e
traccia anche una prima carta delle coste mediterranee.
Aristarco di Samo (320-250 a.C.) elabora una
concezione eliocentrica dell'universo, che rimarrà
ignorata fino a Copernico e Galileo, mentre Ipparco di
Nicea (190-120 a.C.) scopre la precessione degli
equinozi, registra le eclissi, cataloga le stelle, e calcola
la durata dell'anno in 365 giorni e sei ore. Ipparco di
Nicea è anche fondatore della trigonometria.
Euclide ad Alessandria (III sec. a.C.) e Archimede a
Siracusa (ucciso dai romani durante l'assedio della
città nel 212 a.C.) sono i maggiori matematici
dell'antichità. Il primo, nei suoi Elementi, formula i
celebri postulati e assiomi ai quali viene ricondotta tutta
la geometria; il secondo definisce il concetto di peso
specifico, le leggi dell'idrostatica, e pone le premesse
del calcolo infinitesimale.
Ctesibio (III sec. a.C.) realizza una pompa antincendio
che rimane in uso, quasi senza modifiche, fino all'800.
Erone (I sec. a.C.) progetta meccanismi azionati dal
vapore.
La scuola medica di Alessandria fonde la tradizione
clinica Ippocratica con quella sperimentale aristotelica.
Erofilo di Calcedonia (III sec. a.C.) è il primo medico
a praticare la dissezione dei cadaveri, e forse anche la
vivisezione; riesce così a gettare le prime basi
dell'anatomia. Egli descrive gli apparati gastroenterico,
urogenitale e nervoso (i termini prostata e duodeno, per
es. sono stati coniati da lui), e sostiene l'importanza
dell'esame del polso per la diagnosi.
Anche Erasistrato di Coo (III sec. a.C.) pratica
autopsie ed elabora una teoria sulla fisiologia della
circolazione sanguigna molto vicina al vero. Inoltre,
collega l'insorgenza di date malattie con la presenza di
alterazioni anatomiche.
Verso la metà del III sec. a.C. prende il sopravvento la
scuola empirica: gli studi anatomici e fisiologici
decadono, in quanto per gli empirici " conta sapere ciò
che scaccia il malanno, e non ciò che lo produce".
L'accento si sposta quindi sulla farmacologia, e lo
studio sperimentale delle sostanze tossiche.