|
È considerato uno dei più celebri condottieri della storia perché in soli dodici
anni conquistò l'intero Impero Persiano, dall'Asia Minore all'Egitto, fino ai
confini della Cina.
Di lui si sono sempre narrate le gesta. Ora, forse, sarebbe
stata anche trovata la sua misteriosa tomba ad Anfipoli, 600 chilometri a nord
di Atene.
Le dimensioni del tumulo ritrovato sono davvero imponenti: una circonferenza di
498 metri, un muro circolare realizzato in prezioso marmo di Tasos, un ingresso
murato e custodito da due sfingi di pregevole fattura. L'indizio che fa pensare
ad Alessandro il Grande è un leone alto cinque metri (il famoso leone di
Anfipoli), simbolo dell'imperatore, collocato sulla sommità del tumulo.
Se
a questi elementi aggiungiamo che tutto riconduce la struttura ad un epoca da
collocarsi fra il 350 a.C. e il 300 a.C, che Anfipoli, città della Tracia, era
all'epoca uno dei più floridi centri del regno macedone, residenza della moglie
di Alessandro e di suo figlio Alessandro IV, la possibilità che si sia dinanzi
ad una delle più affascinanti scoperte dell'archeologia moderna è estremamente
alta.
Gli scavi erano iniziati negli anni Sessanta per opera dell'archeologo greco
Lazaridis e negli ultimi tre anni sono stati rivitalizzati dalla Soprintendenza
alle Antichità Preistoriche e Classiche.
Alessandro III, più conosciuto come Alessandro Magno, nacque a Pella nel 356
a.C.
Fu allievo di Aristotele fino ai 16 anni.
Divenne re di Macedonia nel 336
a.C. e in dieci anni riuscì a creare uno dei più grandi imperi del mondo antico,
i cui confini si estendevano dal Mar Ionio fino all’Himalaya.
Imbattuto in tutte
le sue battaglie, Alessandro III è considerato uno dei comandanti di maggior
successo della storia.
Almeno 20 città portavano il suo nome, tra cui Alessandria d'Egitto, e si deve
alle sue conquiste la diffusione della cultura della Grecia orientale nel resto
del mondo. Gli storici pensano che Alessandro Magno sia morto di febbre a
Babilonia, nel 323 a.C., a soli 32 anni, prima di poter portare a compimento il
suo piano di invasione dell'Arabia.
Sul luogo della sua sepoltura girano diverse leggende. La più accreditata vuole
che il suo corpo sia stato sepolto in un sarcofago d'oro pieno di miele. Fu
prima portato a Menfi e poi ad Alessandria. Fino a qualche anno fa si pensava
che la sua tomba fosse in Egitto
Ricerca della tomba.
Sotto la guida della signora Katerina Peristeri, gli archeologi hanno
lavorato senza sosta
per stabilire tutta una serie di connessioni con l’intensissimo
periodo storico che seguì alla morte di Alessandro Magno a Babilonia nel giugno
del 323 a.C.
In primo luogo la tomba è gigantesca e costruita nel modo tradizionale del
cerimoniale funebre macedone: un tamburo di pietra circoscrive un tumulo di
terra che copre di solito una tomba a camera che contiene i sarcofagi con le
urne cinerarie, il corredo funebre, le offerte votive e i letti funerari.
Quella
di Filippo II a Verghina, l’antica Algai, necropoli ancestrale dei re macedoni,
era fatta così e quando Andronikos vi si fece calare nel 1977 restò stupefatto
davanti allo spettacolo che gli si parava dinnanzi: la camera sepolcrale era
intatta, sul terreno si leggevano ancora i resti delle offerte sacrificali per i
defunti. Il corredo ricchissimo comprendeva la corazza e la spada del sovrano,
gli schinieri di cui uno più corto dell’altro (Filippo II era zoppo), una
faretra d’oro massiccio di arte tracio scitica, l’urna con la stella argeade a
rilievo in oro massiccio e all’interno le ossa combuste del re avvolte in un
drappo di porpora intessuta d’oro.
La tomba di Anfipoli è enorme: il tamburo in pietra di Taso è lungo quasi mezzo
chilometro e l’area che copre è vastissima. La datazione secondo la signora
Peristeri è all’ultimo quarto del IV secolo a.C., cioè subito dopo la morte di
Alessandro. Individuato il dromos, ossia il corridoio di accesso gli archeologi
hanno trovato due sfingi che fiancheggiavano l’ingresso, poste a guardia del
riposo eterno del misterioso personaggio sepolto all’interno. Le sfingi verranno
rimosse con una gru e si procederà verso il centro della tomba sperando di
trovarla intatta, o almeno di trovare testimonianze in grado di identificare il
monumento e il suo ospite.
In un primo momento vennero avanzate ipotesi anche molto audaci fra cui quella
che si trattasse della sepoltura di Alessandro in persona. Ovviamente priva di
alcun fondamento dal momento che il sovrano macedone fu sepolto ad Alessandria
da Tolemeo I e lì rimase probabilmente fino alla fine del IV secolo quando il
suo sepolcro fu distrutto o profanato o le due cose insieme.
Le ipotesi -
C’è anche chi ha pensato che potrebbero trovarvisi la vedova di Alessandro,
Roxane e il figlio di lui Alessandro IV. Ambedue furono assassinati da Cassandro
prima che il ragazzo compisse i sedici anni e quindi l’età per regnare. Non a
caso una delle clausole del convegno di Cipro fra i Diadochi recitava «Qualora
dovesse succedere qualcosa al bambino la Macedonia andrà a Cassandro». Era come
condannarlo a morte. Certo una tomba tanto grandiosa sarebbe degna del figlio di
Alessandro e Cassandro aveva bisogno di altrettanto grande ipocrisia per
onorarne la sepoltura visto che l’aveva ucciso lui. Ma è anche vero che un
principe di sangue reale (e che sangue !) avrebbe dovuto essere sepolto accanto
al nonno ad Aigai-Verghina nella necropoli ancestrale dei re macedoni. Infatti
nella tomba di Filippo fu trovato un altro sarcofago che conteneva le ceneri di
un adolescente che si pensò potesse essere Alessandro IV.
C’è anche chi ha pensato che sotto il grande tumulo di Kasta ci siano Filippo
Arrideo, il fratellastro mezzo scemo di Alessandro che gli successe sul trono in
attesa che Roxane partorisse e il giovane Alessandro IV ma anche qui sarebbe
strano che un re di Macedonia e di mezzo mondo e il principe ereditario di
Alessandro non fossero sepolti, a maggior ragione a Verghina. Senza contare che
non manca chi identifica il supposto Filippo II con suo figlio Filippo Arrideo,
il quale, se fosse vera l’ipotesi, non potrebbe trovarsi a Kasta- Anfipoli.
Un’altra ipotesi che forse salverebbe capra e cavoli potrebbe essere quella di
una sepoltura monumentale per due grandissime donne: la regina madre Olympias e
la regina Roxane. Essendo donne non avrebbero necessariamente dovuto essere
inumate ad Aigai . Inoltre l’una e l’altra erano “barbare”.
Olympias era dell’Epiro terra selvaggia, Roxane era addirittura battriana, ossia dell’odierno
Afghanistan. La sepoltura delle due donne più amate da Alessandro assassinate
dal re di Macedonia spiegherebbe forse anche una località così fuori mano.
Roxane inoltre aveva trascorso gli ultimi tempi della sua prigionia proprio ad
Anfipoli. Fra alcuni giorni o settimane, in un modo o nell’altro, potremmo avere
risposte molto più convincenti a questi appassionanti interrogativi.
|
|