Nel
410 Roma, la città eterna, fu saccheggiata.
Dal 451 al 453 l'Italia subì le invasioni
di Attila, conosciuto come flagello di Dio.
A partire dal V secolo il potere in
occidente era passato dagli imperatori romani alle mani dei capi barbari.
Nel
476, la data usualmente assegnata alla fine dell'impero romano d'occidente, il
barbaro Odoacre (434-493), depose l'imperatore Romolo Augustolo e governò al suo
posto.
Odoacre nato nel 433 da Edecone, generale di Attila, fu il generale di
etnia germanica che nel 476 divenne il primo Re d'Italia.
Odoacre era giovane, grande di
persona e uomo valoroso.
Acclamato capo dai mercenari il 23 agosto del 473, egli
promise loro il terzo delle terre come da tempo richiedevano, poi invitò ad arruolarsi sotto le
sue insegne tutti i barbari delle regioni danubiane e, in poco tempo, numerose
schiere di Sciri suoi connazionali, di Rugi, di Eruli e di Turcilingi accorsero,
allettate dalle promesse, ad ingrossare il suo esercito.
Con le truppe che gli erano rimaste fedeli Oreste volle dar battaglia al
ribelle, ma, sconfitto a Lodi, andò a chiudersi a Pavia, che fu presa e data
alle fiamme da Odoacre. Poco tempo dopo anche Ravenna, difesa dal Fratello di
Oreste, Paolo, cadde (4 settembre).
Odoacre spogliò Romolo Augusto figlio di Oreste, ancora giovanissimo,
elevato al trono dal padre appena l'anno precedente, dalle insegne
regali e lo confinò in un sobborgo di Napoli.
In tal modo, senza scosse
violente, tra l'incuria di tutti, finì l'impero romano d'Occidente.
La politica interna di Odoacre, come già quella degli altri re barbarici,
federati dell'impero romano, mirò a mantenere intatte le leggi e le altre
istituzioni romane, facendo dell'Italia una specie di vicariato dell'impero
d'Oriente.
Infatti, nonostante egli esercitasse de facto il suo potere sull'Italia, si
presentò prima come cliente del legittimo imperatore d'Occidente Giulio Nepote e
poi, dopo che questi fu ucciso dai suoi soldati nel 480, come rappresentante
dell'Impero Romano d'Oriente.
Con la richiesta del titolo di patrizio romano (vicario imperiale
all'imperatore d'Oriente) Odoacre volle legittimare di fronte ai vinti Romani il
proprio governo. Mandò a Costantinopoli, all'imperatore Zenone, le insegne
imperiali dichiarando che non avrebbe mai cinto né corona né porpora, purché
gli fosse riconosciuto il titolo di patrizio romano.
Odoacre provvide alla distribuzione del terzo delle terre alle milizie
barbariche in Italia, con enorme vantaggio per l'agricoltura.
Infatti l'Italia
in quel periodo non aveva braccia a sufficienza per coltivare le sue terre,
mentre, in seguito alla distribuzione del terzo delle terre alle milizie
barbariche, ritornò in breve tempo fertilissima, un vero granaio dei paesi
circostanti.
L'amministrazione di Odoacre non fu certo quella tipica di un sovrano
sovvertitore dell'ordine: cambiò solo parzialmente la posizione dei consociati,
in particolare per quanto riguardava la gestione dell'esercito, composto ormai
interamente da elementi germanici.
Le truppe vennero mantenute tramite il
pagamento di un salario su parte dell'erario, ma queste provvidero anche
autonomamente ed arbitrariamente alla realizzazione dei propri desideri
materiali tramite la costituzione (da parte del prefetto del pretorio Felice Liberio) di un istituto di esazione abusiva che andò molto diffondendosi in quel
periodo: il salgamum, strumento tipico della mentalità germanica.
Esso
consisteva nella suddivisione delle villae dei ricchi latifondisti in tre parti:
il proprietario aveva diritto di scelta per la parte di suo uso, i capi militari
sceglievano quella che serviva per l'acquartieramento e l'ultima era destinata
ai coloni che mantenevano Germani e Romani. In generale si ebbe un trasferimento
e un accentramento di competenze tra i militari, lasciando ai latini la
possibilità di mantenere l'esercizio delle cariche minori e la professione
libera del cristianesimo.
Pur
professando fede ariana, i rapporti di Odoadre con la Chiesa Cattolica furono
particolarmente buoni. Odoacre mostrò grande stima per Epifanio di Pavia: in
risposta ad una petizione del vescovo, il re germanico riconobbe agli abitanti
della Liguria e di Pavia cinque anni di esenzione fiscale. Grazie a questi
provvedimenti Pavia poté riprendersi in tempi piuttosto brevi dagli effetti
della scorreria compiuta da Odoacre durante la guerra con Oreste. Sempre in
risposta ad un appello di Epifanio, pose fine agli abusi del prefetto pretoriano
della Liguria, Pelagio.
Lo
status regale, l'appoggio dell'esercito, il rispetto mostrato da Odoacre per le
istituzioni (l'impero di Costantinopoli, il Senato di Roma, e la Chiesa
Cattolica) e, di converso, l'apparente mancanza di ostilità da parte di queste
istituzioni, aumentarono il prestigio di Odoacre e gli permisero la
collaborazione della classe dirigente latina. Il senato riguadagnò notevole
prestigio e influenza a livello politico dopo che la creazione del Dominato
aveva pressoché azzerato le sue capacità nel tardo impero.
Egli
governò in maniera molto più attiva e decisa rispetto agli ultimi imperatori
d'Occidente: represse ribellioni interne giustiziandone i capi, per es. Brachila
nel 477 e Adarico,.
In politica estera Odoacre mirò a tenere lontani dall'Italia, con guerre e
con alleanze, quei popoli barbarici che ne minacciavano i confini.
Già
nel 476-477, attraverso il pagamento di un tributo, acquisì il controllo della
Sicilia centro-orientale dai Vandali di Genserico (successivamente fu annessa
con la forza anche la parte occidentale dell'isola); vista la palese inferiorità
delle sue truppe, che secondo Paolo Diacono contavano ancora un certo numero di
effettivi italici, delineò le Alpi come confine naturale rispetto al regno dei
Visigoti nella Gallia meridionale
Nel
480 Odoacre invase la Dalmazia (odierna Croazia) e nel giro di due anni
conquistò l'intera regione. Quando Illo, generale ribelle dell'Impero d'Oriente,
chiese l'aiuto di Odoacre nella sua lotta per deporre Zenone, Odoacre invase le
province occidentali bizantine.
L'imperatore d'Oriente rispose incitando i Rugi,
stanziati in un'area corrispondente alla moderna Austria, ad invadere la
penisola italiana.
Per
tale motivo intraprese la guerra contro i Rugi che avevano occupato il Norico
(tra le Alpi e il Danubio) e minacciavano di invadere l'Italia (487). Egli vinse
i Rugi, uccidendo il loro stesso re, ma non poté conservare il Norico.
Successivamente si ebbe la rottura con l'imperatore Zenone, che vedeva di
malocchio l'usurpazione e la crescente potenza di Odoacre. Zenone sospettò
Odoacre di avere segretamente aiutato la rivolta di Illo, uno dei più alti
dignitari della Corte di Costantinopoli, che si era posto contro l'imperatore, e
fu ben lieto di accordare a Teodorico, soffocatore della pericolosa rivolta di
Illo, il permesso di invadere l'Italia.
Nel
488 il re ostrogoto Teodorico fu incaricato da Zenone di invadere l'Italia e
deporre Odoacre.
Guidò
gli Ostrogoti in Italia attraverso le Alpi Giulie.
Il 28 agosto Odoacre gli
diede battaglia presso l'Isonzo, ma fu sconfitto. Si ritirò quindi a Verona,
raggiunta il 27 settembre, dove innalzò immediatamente un campo fortificato.
Teodorico lo inseguì, sconfiggendolo una seconda volta tre giorni dopo. Odoacre
si rifugiò allora a Ravenna; ma invece di inseguirlo, Teodorico procedette verso
Mediolanum, dove la maggior parte dell'esercito di Odoacre - incluso il suo
generale, Tufa - gli si arrese. Teodorico non aveva motivo di dubitare la lealtà
di Tufa e inviò il suo nuovo generale a Ravenna con un manipolo dei suoi soldati
migliori.
Ma Tufa cambiò sponda, il contingente gotico posto al suo comando fu distrutto e
Teodorico subì la sua prima seria sconfitta sul suolo italiano.
Teodorico riparò a Ticinum (Pavia).
Odoacre partì da Ravenna e iniziò ad assediare il suo rivale.
Intanto i Burgundi approfittarono
dell'occasione per saccheggiare e devastare la Liguria: molti degli abitanti
furono presi prigionieri e rimasero ostaggi finché Teodorico non li
riscattò tre anni dopo.
L'estate successiva, il re visigoto Alarico II dimostrò uno dei rari esempi di
solidarietà gotica inviando aiuti militari al re ostrogoto, costringendo Odoacre
ad abbandonare l'assedio. Teodorico lasciò Pavia e l'11 agosto 490 i due
eserciti si scontrarono presso l'Adda: anche questa volta furono gli Ostrogoti a
prevalere e Odoacre fu costretto a ritirarsi nuovamente a Ravenna.
I ruoli si
invertirono e ora toccò a Teodorico assediare il rivale. Ravenna si dimostrò
inespugnabile, circondata com'era da paludi ed estuari ed essendo costantemente
rifornita da piccole imbarcazioni provenienti dall'entroterra. Inoltre, Tufa
rimaneva attivo nella strategica valle dell'Adige, vicino a Trento, e ricevette
rinforzi inaspettati quando si verificarono alcune diserzioni tra le fila di
Teodorico.
Quello stesso anno, i Vandali colsero anch'essi l'occasione per
intervenire in Italia ed invasero la Sicilia. Intanto Fredericus, re dei Rugi e
alleato di Teodorico, rimasto a proteggere Pavia, iniziò ad opprimerne gli
abitanti. Quando Teodorico intervenne di persona nel tardo agosto del 491, i
suoi atti punitivi spinsero Fredericus a passare dalla parte di Tufa.
Successivamente però i due entrarono in disaccordo e si combatterono in una
battaglia nella quale entrambi
persero la vita.
A questo punto Odoacre aveva ormai perso ogni speranza di vittoria.
Una sortita
su larga scala appena fuori Ravenna, nella notte tra il 9 e il 10 luglio 491, si
rivelò un completo fallimento, con la morte del suo generale Livilia assieme ai
migliori soldati eruli.
Nella tarda estate del 492 gli Ostrogoti ultimarono
l'assemblaggio di una flotta presso Rimini con la quale iniziare un blocco
marittimo di Ravenna. Nonostante questo, la guerra si protrasse fino al 25
febbraio 493 quando Giovanni, vescovo di Ravenna, riuscì a negoziare un accordo
tra le due parti: Odoacre e Teodorico avrebbero regnato insieme. Così, dopo un
assedio durato tre anni, il 5 marzo Teodorico fece il suo ingresso nella città.
Dieci giorni dopo, venendo meno ai patti presi, Teodorico uccise Odoacre con la
sua stessa spada durante un banchetto.
Dalla fine del V secolo l'impero d'occidente fu spezzettato in diversi regni
germanici.
Gli Ostrogoti presero sede in Italia, i Franchi nel nord della
Gallia, i Burgundi in Provenza, i Visigoti nel sud della Gallia e in Spagna, i
Vandali in Africa e nel Mediterraneo occidentale, gli Angli e i Sassoni in
Inghilterra. I barbari erano chiaramente i padroni dell'Europa occidentale, ma
essi erano anche in procinto di adattare se stessi ai popoli che avevano
conquistato.
A dispetto delle sconfitte militari l'impero romano non subì la sconfitta
culturale.
I barbari erano militarmente superiori, ma i Romani facevano in modo da
mantenere la loro superiorità culturale. In altre parole la lingua dei romani,
le leggi, il governo continuarono ad esistere a fianco delle
istituzioni germaniche.
Insieme con questi adattamenti è un fatto che gli
Ostrogoti, i Visigoti, i Vandali divennero cristiani. Tuttavia erano considerati
eretici dalla chiesa di Roma perché erano stati convertiti da vescovi e preti
ariani. Gli ariani credevano che Gesù Cristo non fosse di una identica sostanza
con Dio. L'eresia ariana era stata creata da un prete di nome Ario e fu
condannata nel 325 dal Concilio di Nicea.
Malgrado il fatto che la chiesa di Roma fosse ostile all'arianesimo, i Germani
ammiravano la cultura romana. Essi non vollero mai distruggerla. Oltretutto i
Germani erano popoli rurali e preferivano la vita di campagna alla vita di
città. A partire dal 500 i Franchi furono convertiti al cattolicesimo.
Come
cristiani romani i Franchi furono avvantaggiati nel sottomettere i Goti e gli
altri Barbari nell'Europa occidentale.
Il periodo storico che va dal 500 al 1000 viene chiamato primo medioevo. Poiché
in seguito parleremo del regno dei Franchi è importante comprendere che durante
il primo medioevo l'Europa è nata.
Questo è un periodo di tempo in cui una
distinta cultura europea occidentale cominciava ad emergere.
Se guardiamo
alla geografia, alle forme di governo, alla religione, alla cultura, alla lingua
l'Europa occidentale diveniva una terra distinta sia dal mondo bizantino, sia
dal mondo Musulmano.
Anche se questo periodo segna il declino del mondo romano,
è anche il periodo del suo recupero e della sperimentazione di nuove idee e
istituzioni.
La caratteristica cruciale dei primi secoli del Medioevo fu la fusione di tre
distinte tradizioni culturali: la Greco-Romana, la Giudaico-Cristiana, la
civiltà germanica.
|